Suburra: la seconda stagione della serie Netflix

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Suburra 2, sempre su Netflix, ha un ritmo più rapido della prima serie, anche perché il racconto è scandito in otto puntate invece che dieci. La regia, affidata ad Andrea Molaioli e Piero Messina questa volta è più ricercata e omogenea, anche se la sceneggiatura che continua a essere un po’ pigra nei dialoghi. Ma tutto è sorretto dal notevole carisma dei personaggi, su tutti Aureliano, Spadino e Samurai, interpretati in maniera eccellente rispettivamente Alessandro Borghi, Giacomo Ferrara e Francesco Acquaroli. E poi ci sono Claudia Gerini e Filippo Nigro, rispettivamente nelle vesti di Sara Monaschi e Amedeo Cinaglia. Il finale è studiato benissimo, per fare desiderare la terza stagione.

Tornano dunque i protagonisti del malaffare nella Capitale, quella Roma invisibile, che stringe alleanze tra Vaticano e criminalità organizzata, tra politica e traffico di essere umani, con teatro privilegiato la piazza dello spaccio di Ostia. La trama copre un arco temporale molto breve i quindici giorni che precedono le elezioni del sindaco di Roma. È nuovamente scontro tra la criminalità organizzata e le schegge impazzite dello Stato su una scacchiera in cui gli schieramenti non sono così nettamente definiti. L’ondata dei migranti è la nuova fonte di reddito e la Chiesa si dimostra ancora più corrotta. Aureliano, Spadino e Lele (i più giovani) sono legati dal fatto di essere diventati improvvisamente adulti in uno scenario in cui sono “i grandi vecchi” a comandare; perciò uniscono le forze per sovvertire il sistema. Solo che il prezzo sarà altissimo per tutti: il gioco per il trono di Roma richiede infatti sacrifici di sangue, da cui si esce cambiati per sempre, passando definitivamente al Lato Oscuro.


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