Sanremo: gli ascolti “bloccati”
Di Matilde BerettaI giornali di oggi, le radio e qualche tv riportano i dati sugli ascolti del Festival italiano più (dis)atteso.
E sembra proprio che questi ascolti non vadano affatto bene. Il Festival di Sanremo è cominciato da appena due giorni e già pare un flop. Parliamo della prima serata, quella in genere che dovrebbe rendere di più in termini di orecchie, insieme all’ultima (anche solo per una questione di curiosità) mentre è proprio l’apertura del Festival a registrare un basso livello di audience, il più basso di sempre.
Perché?, ci si chiede.
I motivi potrebbero essere parecchi. Ci sono quelli relativi alla serata “in sé”, quando gli italiani hanno preferito la cronaca di Gravina in Puglia. Ci sono le ragioni più generali: il festival è vecchio, i cantanti sono vecchi, la musica è vecchia, Pippo Baudo è vecchio.
I giovani non vanno incontro al Festival e il Festival non va incontro ai giovani. La musica spesso lascia a desiderare e si compone dei soliti accordi che girano e rigirano sulle melodie pop e leggere che, però, hanno stancato non soltanto gli apparati più fini. Pensate alle nuove generazioni e pensate alla loro possibilità di farsi una cultura musicale che va oltre quella propinata dai mezzi più ufficiali e tradizionali. Pensate a quante canzoni i giovani si possono scaricare da Internet, quanti nuovi artisti italiani, stranieri, indipendenti possono conoscere e apprezzare.
Ancora una volta, forse alla lontana, l’ambasciatore che porta pena è proprio Internet.
Un gruppo musicale dal nome “Marta Sui Tubi” – che al Festival forse non canterà mai – dice : “Le cose cambiano, rapide più dei perché, le cose scelgono, scelgono loro per te… le cose cambiano, cambiano loro per me, poi si trasformano, rapide più dei perché...” (Muscoli e Dei, Le cose cambiano).
Per una trasmissione che “parla” di musica e di orecchie, i bassi dati di ascolto possono tornare utili, almeno per una battuta per bocca di Chiambretti.
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