Ripensando a “Voglio Volere”, di Luciano Ligabue

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Nella canzone Voglio Volere, dell’album Fuori come va? (2002), Luciano Ligabue esprime un concetto molto interessante, che riguarda sopratutto, l’essere artista. Passa in rassegna ironicamente tutti i desideri di queste persone dal suo punto vista: un mondo comico, il tempo libero, ecc. fino ad arrivare al ritornello dove dice “…. Voglio riuscire a non crescere”.

Allora viene spontaneo chiedersi, qual è la figura dell’artista negli anni che stiamo vivendo? Molti cantanti, scrittori ecc. hanno approfondito questo tema, riflettendo su se stessi in relazione con la società contemporanea. In un’epoca veloce nei movimenti, in cui in Italia ci sono determinati valori comuni, dettati appunto dalla collettività (più o meno), chi sono questi tipi fuori dalle righe? Allora, “riuscire a non crescere”, è chiaramente riferito alla società adulta, cioè è come dire che l’artista – senza pensare a com’era considerato in passato- si comporta oppure è visto, come un eterno bambino. Può essere un punto di vista plausibile? Può essere anche ironico da parte di Liga dire ciò, come una difesa. Probabilmente, in base a questo si può dedurre che in questo determinato periodo gli artisti contemporanei non se la passino proprio bene, in termini di felicità nell’essere realmente compresi, a parte amati – quelli che hanno raggiunto il successo – imitati, anche odiati, comunque al centro dell’attenzione.

Massimiliano Marra


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