Quello strano tributo a Bob Dylan
Di elvezioNon passa quasi settimana senza che esca qualche compilation di tributi di band e artisti più o meno famosi e la formula standard, che abbiamo visto anche di recente con Looking Into You, è quella di raccogliere un gruppo tutto sommato omogeneo di cantanti che in carriera hanno dovuto molto, come ispirazioni e modello, alla star di riferimento e far loro reinterpretare una serie di titoli tutti piuttosto famosi. Si somma il richiamo delle migliori hit a quello dei nomi forti che le coverizzano et voilà, il gioco è fatto.
Ecco quindi che Bob Dylan in the 80s: Volume One, imminente compilation-tributo, si distingue dal resto già per la scelta piuttosto anomala di raccogliere varie canzoni del Dylan degli Anni Ottanta, forse il suo periodo più oscuro e meno intenso.
Intendiamoci, anche al suo livello più basso Dylan è stato comunque in grado di sfornare hit di qualità assoluta, ma i suoi ’80 li ricordiamo anche per varie incertezze ed episodi di scarso successo, fra la sua completa immersione nella religione e certi esperimenti musicali (Traveling Wilburys, Grateful Dead) che non hanno portato grandi frutti.
E oltre alla strana scelta del periodo, ecco che si sovrappone anche un insieme di nomi che, pur essendo senza dubbio di buon livello, non sono comunque di primissimo piano: a reinterpretare quegli anni dylaniani e dylaniati troveremo infatti Built to Spill, Tea Leaf Green, Reggie Watts, Gene Ween insieme a Slash, Deer Tick e anche Elvis Perkins.
L’episodio probabilmente più interessante dell’intera compilation dovrebbe essere Jokerman, suonata dai Built to Spill che, come potete ascoltare, hanno da tempo questo titolo nel loro live set.
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