La tv si spartisce risate e tragedie: tra Sanremo e Gravina
Di Matilde BerettaLa tv si rovescia su se stessa. Una medaglia. Testa e(!) croce.
E’ ciò che è accaduto ieri sera quando su RaiUno cominciava il festival di Sanremo e su RaiTre “Chi l’ha visto” seguiva il ritrovamento dei due fratellini di Gravina in Puglia, scomparsi nel 2006.
Apriva il festival l’eterno bambino Gianni Morandi cantando “Volare” di Modugno; si chiudeva “Chi l’ha visto” con le forze dell’ordine e i vigili del fuoco che avevano cominciato a recuperare quei bambini che non potranno mai raggiungere l’età di Gianni Morandi.
Da una parte Chiambretti si dilettava in battute e gag sui politici, italiani e non, dall’altra si cominciavano a (ri)battere le piste delle indagini per risalire alle cause che hanno potuto provocare la morte dei due fratellini, gettati o caduti nel pozzo di 25 metri, nel centro della cittadina pugliese.
Era l’81 quando la tv aveva seguito in diretta quella che sarebbe diventata la tragedia di Vermicino: un bambino precipitato in un pozzo la cui vita non era stato possibile salvare e la cui scomparsa era stata testimoniata da una tv che volle rimanere presente sino alla fine.
Comico e drammatico si fondono in un’unica tv e lasciano allo spettatore la scelta dello spettacolo cui si vuole assistere. La suspence della barzelletta sanremese, che per bocca di Chiambretti arriva a chiudersi in battute, è la stessa dello svelamento dei corpi privi di vita a Gravina e dell’attesa di confermare che si tratti proprio di Ciccio e Tore.
Lo spettatore allenta la tensione e questa scivola da una parte nella risata, dall’altra nell’amara consapevolezza. L’importante – come direbbe un comico – è chiudere.
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