Jack White: “I festival sono un male necessario”
Di elvezioJack White si conferma personaggio a tutto tondo che non esita mai a dire quel che pensa e recentemente l’ex White Stripes, che ha pubblicato ad aprile il suo primo album solista, ha dichiarato alla stampa di non amare i festival, dando forse voce a una sensazione di stanchezza che credo in molti, sia fra gli artisti che fra il pubblico, hanno talvolta provato.
C’è troppa gente, troppi spettacoli quotidiani con rischio di dispersione, la gente beve e si rilassa all’aria aperta spesso senza essere più di tanto coinvolta nella musica: certo, gli artisti vengono pagati molto bene e diffondo i loro dischi ma White preferisce suonare per platee più piccole e raccolte, trova insomma i festival un “male necessario”.
Questa sua dichiarazione ci offre la sponda per chiedere il vostro parere: molti fra i nostri lettori avranno sicuramente partecipato a qualche festival e gli ultimi dieci anni circa hanno visto un notevole incremento di queste manifestazioni.
Spesso ci si ritrova in ambienti con più palchi e con concerti che cominciano dalle prime ore del pomeriggio per proseguire fino a notte tarda, con inevitabile fatica da parte di tutti e un raggruppamento di generi musicali e artisti che talvolta non hanno nulla in comune.
Cosa ne pensate? Frequentate abitualmente i festival o preferite andare a concerti di singoli artisti e band?
Preferite i concerti al chiuso o i mega-eventi spettacolari?
Commenta o partecipa alla discussione