Chi scarica musica illegalmente compra comunque più musica
Di elvezioSpesso i pirati sono anche i maggiori consumatori di musica originale. Non si tratta di una novità, ma è un dato di fatto che è bene ricordare di tanto in tanto, specie quando a dimostrare questa correlazione ci sono studi importanti compiuti da un centro di ricerca di una università molto nota quale è la Columbia University.
Tramite un sondaggio-analisi della musica posseduta rispettivamente da consumatori presenti sulle reti peer-to-peer e quelli invece che non utilizzano metodi di file sharing si è scoperto (analizzando i file in loro possesso) che in generale chi condivide musica compra circa il 30% in più di materiale originale rispetto a chi non condivide.
Si tratta dell’ennesimo studio, nel corso degli anni, che dimostra come non ci sia in realtà una forte correlazione fra pirateria e crisi dell’industria musicale, contraddicendo i molti manager delle case discografiche che tendono sempre a dare gran parte della colpa a chi scarica file illegalmente.
A prescindere dal discorso legale ed etico riguardante questa pratica, si tratta comunque di un dato di notevole importanza che dovrebbe spingere a ripensare determinate catene causa>effetto date per scontate in molti ambienti, per comprendere meglio una crisi che è ben più complessa di quanto possa sembrare.
Sono altrettanto interessanti alcuni dettagli secondari di questo studio, per esempio il fatto che 8 su 10 fra gli intervistati considera giusto e normale condividere file con i famigliari, il rapporto scende a 6 su 10 se si tratta di condividere fra amici e solo il 15% considera giusto uploadare contenuti sul web.
Potete scoprire più dettagli riguardanti questo survey leggendo il post di Ars Technica che contiene anche un link al pdf con tutti i dati.
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