Britney Spears e l’esigenza del playback

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Britney-Spears_Work-BitchSu Britney Spears se ne dicono sempre tantissime e la cantante, storicamente, è sempre stata attaccata ben più della media delle colleghe.
Non possiamo sapere con precisione il perché di questi attacchi, da un lato ci sono magari alcune scelte e comportamenti sbagliati da parte della Spears ma dall’altra parte sembra anche esserci parecchio odio immotivato.

Prendiamo per esempio uno dei cavalli di battaglia di chi disprezza la Spears: il playback.
Puntualmente, come ogni volta che la cantante si avventura in tour o distribuisce un nuovo disco, partono le accuse di non saper cantare dal vivo e di abusare del playback in ogni situazione.

Ed è quindi accaduta la stessa cosa in occasione dell’uscita del nuovo singolo (Work B**ch), che anticipa il prossimo album e che prelude anche a una lunga e impegnativa serie di concerti a Las Vegas: la Spears si è dovuta sorbire la solita dose di critiche, fra accuse di non aver venduto abbastanza biglietti (quando c’è ancora tempo e per ora i dati di vendita sono molto buoni) e le solite chiacchiere sul playback.

Eppure il suo manager è stato molto chiaro: gli spettacoli di Britney Spears sono molto complessi a livello delle coreografie, la cantante sta lavorando intensamente con un coach per poter cantare dal vivo per la maggior parte dello show ma è praticamente impossibile riuscire a ballare quei passi e cantare sempre allo stesso tempo, in questi casi la pratica del playback è molto diffusa anche a livello delle grandi star, ma fra tutte è sempre e solo Britney a essere attaccata. Perché?

Già, perché, secondo voi? In attesa di qualche parere, godiamoci il suo nuovo singolo.


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