Breve ritratto di Stromae, un artista ‘formidabile’

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StromaeStromae, è la vera sorpresa delle classifiche musicali europee degli ultimi tempi, che siamo abituati a vedere dominate da un pop quanto meno scanzonato. La sua sensibilità, la riflessività, il carisma e la voce ricordano quelle dei grandi chansonnier della storia della canzone francese. Invece la gestualità riprende quasi interamente quella di miti del rock come Mick Jagger.

D’altra parte, la sua storia personale è piuttosto complessa: di madre belga e padre ruandese ucciso nel terribile genocidio del 1994 e le sue canzoni si ispirano anche alla sua storia e alle difficoltà che vive la sua generazione: solitudine, precarietà e marginalità sono mondi che conosce bene. L’uscita di Stromae sulla scena musicale ha scompaginato temi e strategie conosciute. Una musica meticcia che parla di crisi, razzismo, disagio, omofobia, vita delle periferie. Temi che lui fotografa con dolcezza ma anche senza pregiudizi e senza fare sconti a nessuno. Tra l’altro, il suo nome ha un’origine significativa: è l’inversione in stile verlan delle sillabe della parola MaeStro!


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